È una risposta naturale del corpo e della mente, una specie di sistema di allerta che ci prepara ad affrontare qualcosa che percepiamo come una minaccia. Il problema è che, in molte persone, questo sistema si attiva troppo spesso o senza motivo reale. È come se vivessimo con un vigile del fuoco dentro che suona la sirena anche quando c’è solo un po’ di fumo da una candela.
Come si manifesta?
L’ansia può colpire in tantissimi modi, e non è uguale per tutti. Ma ecco i segnali più comuni:
- Fisici: cuore che batte forte o veloce (tachicardia), respiro corto, tensione muscolare, tremori, sudorazione, mal di testa, nodo allo stomaco o alla gola, nausea, problemi intestinali (che so che conosci bene), giramenti di testa, senso di svenimento.
- Mentali: pensieri che corrono, preoccupazioni continue, paura che succeda qualcosa di brutto, difficoltà a concentrarsi, sensazione di “essere fuori dal corpo” o disorientati.
- Emotivi: irritabilità, bisogno di scappare da una situazione, senso di allarme costante, paura di impazzire o di perdere il controllo.
A chi colpisce?
A tutti, in potenza. Ma ci sono persone più sensibili, magari per come sono fatte, per la loro storia personale o per questioni biologiche. Spesso chi è molto empatico, chi ha vissuto traumi o pressioni, chi ha una mente creativa o vivace, è anche più predisposto a vivere l’ansia con intensità.
E non ha nulla a che fare con la debolezza: l’ansia è una reazione, non una colpa.
Se qualcuno ti chiede “ma tu che hai l’ansia, cosa provi davvero?”, potresti dire:
“È come se stessi aspettando che succeda qualcosa di brutto, anche se va tutto bene. Il mio corpo è teso, come se dovesse correre o difendersi. E la testa? Non si ferma mai. E anche quando provo a rilassarmi… c’è quella vocina che dice: ‘E se succede qualcosa?'”